Il territorio di Monzambano, compreso entro i confini del
Parco del Mincio, offre al visitatore un paesaggio suggestivo, dove la
vegetazione e l’ambiente sono spunto per piacevoli passeggiate.
Il paese è dominato dall’antico castello e protetto dalla
splendida chiesa di S. Michele: da essi lo sguardo abbraccia la sottostante
valle del Mincio, e più da lontano, l’ampio panorama del monte Baldo e delle
prealpi bresciane e veronesi. È di origine medievale e fu sempre legato alla
città di Verona. Il castello scaligero si conserva pressoché intatto nel suo
giro di mura intervallate da torrioni, sui quali spicca la bellissima torre poi
divenuta campanaria; all’interno della cinta, poco oltre la porta d’accesso, si
trova una cappella dedicata a San Biagio, edificata sui resti - ancora visibili
- dell’antichissima chiesa di S. Maria, la sola chiesa nota di origine
altomedievale ancora conservata in alzato dell’intero territorio mantovano.
La parrocchiale di San Michele è invece in uno stile barocco
puro, armonico, senza pesantezza; finissimi sono gli intarsi in marmo degli
altari e notevole è la pala dell’altar maggiore, che rappresenta il trionfo dell’Arcangelo.
Anche Monzambano fu attivo partecipe degli avvenimenti del
Risorgimento Italiano.
Nel 1848 Carlo Alberto passò qui il Mincio, sbaragliò l’esercito
austriaco, occupò Valeggio, Borghetto, Goito ed entrò in Peschiera; nel 1859,
dopo la vittoria di San Martino, Villa Melchiori fu sede del quartiere generale
dell’esercito sardo e proprio presso la Villa, alla vigilia del trattato di
Villafranca, ebbe luogo il celebre tempestoso colloquio tra Vittorio Emanuele
II e Cavour, che voleva respingere i patti dell’armistizio; nel 1866, infine,
nuovamente a Monzambano venne combattuta una battaglia di importanza decisiva,
che con Bezzecca rappresenta il miglior successo ottenuto contro gli Austriaci
in quella campagna.